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CAPITOLO XXIII.

Dopo la sentenza.

Abbiamo lasciato il nostro eroe sotto il peso «Iella sentenza pretoria, c noi ci siamo neancho fermati a diro con elio animo l’avesse accolta. Ma quosto s’immagina facilmente. Caio Sempronio era andato al Foro con poca speranza di vincere, ma quella poca gli bastava per non -prevedere un colpo così grave. E meutro sperava cho l’eloquenza di Ciccrono facesse condannare i suoi creditori come usurai, o elio almeno il suo amico Elvio Sillano volosso offrirsi mallevadore per lui, ecco, gli capitava tra capo e collo la mazzata, si sentiva ghermito dallo luride mani di Servilió Cepiono c dei suoi brulli colleglli. A quel tocco improvviso si scosse, e un senso di paura gli corse per tutte le fibre. Ma in pari tempo gli sovvenne che era in un luogo pubblico, al cospetto di mille, c rialzò fieramente la testa, come per far fronte