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CAPITOLO XVI.

Quod erat in fatis.

Meutrc noi ci perdiamo in chiacchiere, Tizio Caio Sempronio ha abbandonato l’essèdra. Il nostro cavaliere prendeva poca parte alla festa. Clodia Metclla gli aveva fallo giurare che non avrebbe ballato, ed egli manteneva la data parola. Aveva giuocatoduc o tre colpi ai dadi, ma s’era annoiato, e, non sapendo che fare, e vedendo di fuori un bel lume di luna, era andato a passeggiare in giardino. A che pensava? Miei giovani, ditelo voi. Quando la luna falcala veleggia nel firmamento, temperandone coi miti chiarori l’azzurro, c la brezza notturna, ricca di tutti i profumi della fiorente natura, va susurrando tra le ombre misteriose del bosco, dove grugano lo tortore e gorgheggiano i rosignuoli, non si può pensare che a l ima eo-a. Luce soavemente diffusa, cauli, fragranze,