Pagina:Barrili - Tizio Caio Sempronio, Treves, 1877.djvu/123

CAPITOLO IX.

Duettino d’amore.

L’osliario aveva già pronunzialo il necessario: • quis tu?» o, udito il nomo del cavaliere, lo ripeteva ad alta voco all’alriensc, che era il valletto d’anticamera, il lacchè della padrona di casa. E questi a sua volta, indettato daH’ornatrice, precedeva il visitatore nel tabiino. Caio Sempronio si avanzò con aria disinvolta e col sorriso sul labbro. Clodia Metclla, fingendo di vederlo allora, si alzò a mezzo dal suo seggiolone, e, deposlo il codice sul monopolio (che era poi, come vi dice il nome greco, una tavola sorretta da un solo piede) olTerse la sua candida mano al nuovo venuto. Quasi sarebbe inutile il dirvi che il nostro cavaliere la prese e la baciò divotamenlc col sommo delle labbra. — Divina Clodia, — diss’egli, — io li son grato di due cose, e dell’avviso amichevole e del permesso che