Pagina:Barrili - Sorrisi di Gioventù, Treves, 1912.djvu/274

264 commiato

risplende per tutti, e ci adattiamo a riconoscere che tutto non è tenebre e gelo nel mondo. Bel mondo, se luce, azzurro e verde lo assistano! E la sera, poi, che buon fantasticare si fa, con quella dolce atmosfera turchina, su cui veleggia in così mutevoli aspetti, ma tutti cari, l’argentea luna; mentre dal fondo occhieggiano, palpitando luce d’amore, migliaia e migliaia di stelle, annunzio e promesse dette miriadi che andremo poi con altre ali visitando, per mezzo allo sterminato anello della Via lattea! Sarà un delizioso viaggio, per la conoscenza più intima del fiammante Aldebaran, della nitida Capra, del fulgido Sirio, delle due Orse vaganti, del membruto Orione, non più costretto in caccia malinconica sui prati d’asfodelo. Io mi son già fissato per la mite costellazione d’Andròmeda; non per disegno di arcani corteggiamenti, Dio guardi, ma per assister di là, spettatore dei primi posti, al brulichio luminoso di un altro mondo, che è in fabbricazione da quelle parti. Curiosità, questa, che è ragionevole in sè; com’è ragionevole che tutta quella roba non sia posta a caso, per far piacere a Democrito; com’è ragionevole che noi non siamo nati a caso intelligenti, per vederla di fuga, e non saperne più altro, quasi occhi dischiusi un istante, e poi subito richiusi, annientati nel buio. Sarà, dico, un delizioso viaggio; e il pensarci, e il dispormi, sia pur senza fretta, a prendere il biglietto d’andata senza ritorno, fa sì ch’io non mi guasti il sangue con anticipate querele; mentre non è senza gaudio ripensar qui tutte le cose che ho viste, intese, sen-