risplende per tutti, e ci adattiamo a riconoscere
che tutto non è tenebre e gelo nel mondo. Bel
mondo, se luce, azzurro e verde lo assistano! E
la sera, poi, che buon fantasticare si fa, con quella
dolce atmosfera turchina, su cui veleggia in così
mutevoli aspetti, ma tutti cari, l’argentea luna;
mentre dal fondo occhieggiano, palpitando luce
d’amore, migliaia e migliaia di stelle, annunzio e
promesse dette miriadi che andremo poi con altre
ali visitando, per mezzo allo sterminato anello
della Via lattea! Sarà un delizioso viaggio, per
la conoscenza più intima del fiammante Aldebaran,
della nitida Capra, del fulgido Sirio, delle
due Orse vaganti, del membruto Orione, non più
costretto in caccia malinconica sui prati d’asfodelo.
Io mi son già fissato per la mite costellazione
d’Andròmeda; non per disegno di arcani
corteggiamenti, Dio guardi, ma per assister di là,
spettatore dei primi posti, al brulichio luminoso
di un altro mondo, che è in fabbricazione da
quelle parti. Curiosità, questa, che è ragionevole
in sè; com’è ragionevole che tutta quella roba non
sia posta a caso, per far piacere a Democrito;
com’è ragionevole che noi non siamo nati a caso
intelligenti, per vederla di fuga, e non saperne
più altro, quasi occhi dischiusi un istante, e poi
subito richiusi, annientati nel buio. Sarà, dico, un
delizioso viaggio; e il pensarci, e il dispormi, sia
pur senza fretta, a prendere il biglietto d’andata
senza ritorno, fa sì ch’io non mi guasti il sangue
con anticipate querele; mentre non è senza gaudio
ripensar qui tutte le cose che ho viste, intese, sen-