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hoa-tsien-ki | 237 |
messo in chiaro che nessuna riforma essenziale era stata fatta da Khi-hoang-ti, e che lo «Specchio universale», opera di Ze-makuang, un abborracciatore del secolo XI, non meritava nessuna fede, altro non essendo che un corso frettoloso e sommario di storia, per un periodo di 1362 anni, compilato con poco soccorso di documenti autentici e senza alcun lume di critica; Laddove la «Storia della carta a fiori d’oro», offre una spiegazione assai più ragionevole della giustizia sommaria di Khi-hoang-ti; e il riferirsi ch’ella fa ad un’opera di Pan-hoei-pan, quantunque ai dì nostri perduta, gli conferisce un autorità senza pari.
Narra, adunque la «Storia della cartel a fiori d’oro» che l’Imperatore Khi-hoang-ti fosse innamoratissimo dell’Imperatrice Khia-fu-ssè. La bella donna (il cui nome, secondo alcuni interpetri par die significhi «Vita sul verde» e secondo altri «Maraviglia del secolo») era oppressa, ad onta di questo grande amore del suo imperiai consorte, da una profonda malinconia, e niente poteva distrarnela. I bonzi, invitati a pubbliche supplicazioni per la salute della eccelsa Khia-fu-ssè, altro non facevano da un anno che ardere carta dorata, nei plenilunii e nei novilunii, all’altare della Luna, detto «Yue-tan», e a quello del Sole, detto Ge-tan, senza pregiudizio dei grandi olocausti di buoi, maiali, pecore e capre, nel massimo tempio del «Tien-tan», o Eminenza del cielo, e nell’altro del Ti-tan», o Eminenza