Pagina:Barrili - Sorrisi di Gioventù, Treves, 1912.djvu/15


figure femminili 5


mamma lasciava correre spesso e volentieri qualche parola acerba della nonna. Si sa, nelle famiglie, tra suocera e nuora tempesta e gragnuola; ma in casa nostra non erano altro che scosse di pioggia; le nubi, così facili a sorgere sull’orizzonte domestico, erano ancor più facilmente dissipate dal grato episodio della mia salvazione miracolosa. Sicuro, accanto al sostantivo c’era sempre l’epiteto.

Figuratevi, ero stato messo a balia, contrariamente ai precetti di Gian Giacomo; e mi avevano mandato a vivere nell’alta valle di Albisola, un po’ più su del convento della Pace, in una casa colonica detta la Vedrera, piantata assai pittorescamente, ma non troppo saldamente, tra la via della Stella è il torrente Riobasco. La mia balia era, bellissima, per quanto ne ho udito dire più tardi (allora, per ragioni facili ad intendersi, ad onta di tutta la confidenza che ci avevo, non feci attenzione alla cosa); ma era anche giovanissima, e sbadata parecchio. Mi trascurava, a quanto pare, lasciandomi solo per oro ed ore di seguite, a strillare in una cesta da cavoli; per giunta, dopo qualche mese di pensione, prese a darmi il latte cattivo.

La nonna capitava spesso lassù; da principio per sincerarsi che non pericolasse la casa, così fuor di squadra come era; poi per vedere se fossi ben governato. Una volta, giungendo fuor d’ora, mi aveva trovato solo a strillare; e la balia, tutta confusa, quando final-