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Capitolo XX.

Un pizzico di filosofia.

Arrivato a questo punto della sua narrazione, Monsù Tome fece un gran sospiro, prese il suo quinto bicchiere, stette un pochino a guardarlo, e poi lo accostò lentamente alle labbra. Aveva gli occhi turgidi, il bravo veterano, e una lagrima gli cadde nel vino; lagrima vecchia, larrima dimenticata, che aveva trovata Toccasione di escire. Così temperato d’amaro il suo calice, Monsù Tome lo bevve d’un fiato. Pensando a tutti quei casi ch’egli ci aveva raccontati, e rispettando la sua commozione, ci eravamo raccolti, io e l’amico Tommaso, in un religioso silenzio. Ma io ero giovane, e impaziente nella mia curiosità. Dopo tre o quattro minuti liberalmente concessi alla mestizia dei ricordi, non potei più stare alla mosse.