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tutti gli onori. Io, poichè devo parlarvi di me, ci ho guadagnato il grado di sergente, che mi ha posto in condizioni di farmi conoscere e di guadagnar le spalline. Ancora un anno di fortuna per Napoleone, ed ero capitano; ancora un altr’anno ed ero maggiore, fors’anche colonnello. Perchè allora, nei gradi superiori, si camminava rapidamente. Quel benedetto uomo faceva un tal consumo di generali! Ma non precorriamo gli eventi, i quali hanno avuto il corso che dovevano avere, e raccontiamo le cose con ordine.

Anzi se non vi spiace, daremo uno sguardo d’aquila alle cose politiche e militari di quel tempo. Non si può intender bene ciò che io sono per narrarvi, se non sì conosce il teatro della guerra, e la collocazione dei rispettivi pezzi sulla scacchiera d’Europa.

Si accusa il Piemonte di aver tradito in quel tempo i suoi propri interessi, muovendo guerra alla Francia: e di questo suo torto si può parlar oggi a mente fresca, leggendo le storie, e ricamandoci su ogni sorta di variazioni. Ma io vi pregherò di mettervi un momento nei panni di Vittorio Amedeo III. Egli era così poco amico dell’Austria, che stava per l’appunto me-