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36 la legge oppia


menti loro, non pure al superfluo, ma al necessario eziandio; certe che gli uomini non sarieno stati da meno di loro e che, rifiorite le sorti della patria, la legge sarebbe stata cassata. Vent’anni sono trascorsi, e questa bellezza di legge è viva pur sempre. E perchè, perchè si conserva, ora che le sorti di Roma sono di tanto cangiate? Vônno ricondurci ai vieti costumi dei pastori del Lazio; pretendono che il lusso nostroFonte/commento: Pagina:Barrili - La legge Oppia, Genova, Andrea Moretti, 1873.djvu/124 (se lusso può dirsi un limbello di porpora, due libre d’oro lavorato sulla persona e un cavalluccio da tiro, due alle più grave, per fare le nostre visite) guasterebbero, farieno tralignare questi forti Romani! Ma, per Quirino e per Venere genitrice, chi è che li fa, questi forti Romani?

Volusia

Noi!

Fundanio

(sotto voce, da sè)

Finora no.

Annia

I nostri mariti trionfano in cocchio; noi andiamo umilmente a piedi.... e non c’è mica occasione di trionfi, per noi.

Fundanio

(sotto voce, ad Annia Luscina)

Eh via, s’ha da credere?

Annia

Eglino in tuniche palmate, in toghe ricamate, listate di porpora; noi in lana greggia, e d’un solo