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scritto: tutte lettere slegate, aperte in alto, quali cascanti dall’altro. Ma in casa Bertòla, negli scaffali della cartoleria, aveva trovato un manuale di calligrafia, ed era rimasto estatico un pezzo a contemplarne gli stupendi esemplari, che gli parevano altrettante patenti di asinità per i suoi ganci deformi. Messosi allora non senza vergogna allo studio, si era fatto da sè un calligrafo consumato. L’aritmetica non era il suo forte; ed egli aveva preso a ristudiare da sè l’aritmetica. Qui, veramente, aveva avuto da principio un maestro, nel garzone della pizzicheria; ma gl’insegnamenti di quel poveraccio non erano andati più in là della sottrazione. Alla moltiplicazione aveva provveduto col suo piccolo ingegno: sfranchito di lì, s’era provato colla divisione, uscendone più difficilmente, con aiuto di prove e controprove, ma infine ad onor suo, lanciandosi poscia di là alle vertiginose altezze della regola del tre, della regola di proporzione, di sconto, d’interesse, e via discorrendo.

Tutto ciò, ripetiamolo, senza trascurare i suoi doveri quotidiani, che non erano pochi. Ma egli è proprio per chi in molte cose si affatica, che il tempo si allunga, dandogli tempo a far tutto. Cresciuto negli anni e nella esperienza, innalzato gradatamente agli onori della tenuta dei libri e della corrispondenza commerciale, Zufoletto attendeva ancora alla delicatissima cura di rinnovar le provviste, avendo l’occhio ai momenti opportuni, secondo il variare dei prezzi sui mercati di Genova, di Milano, di Torino e perfino di Parigi.

Era, a farla breve, una perla di scritturale, di commesso, di factotum della casa Bertòla. Quando morì la signora Giuditta, povera e santa donna, che fu un pianto per tutto il paese, il marito che a modo suo l’amava, diede a conoscere di amarla moltissimo, trascurando il negozio, non trovando in sè stesso la forza di occuparsi di niente. Se fosse stato solo a portare il peso di quel suo piccolo mondo, quello era certamente il giorno delle vendette per tutti i mercanti di fiera, che il Bottegone aveva rovinati, per tutti