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gione. La signora Aurelia è un Asmodeo diventato femmina. Ma, in fin de’ conti, non ti si faceva ingiuria a dire che sei il medico di una bellissima signora, che tu sei innamorato di lei, o ella....

— Taci; quei signori non sanno quel che si dicano. In tutto cotesto, salvo il negozio del medico, non c’è ombra di vero. E dimmi, fu pronunziato il nome?

— Mi pare di no, ma tutti capivano. I connotati c’erano tutti, e il nome lo si aggiungeva del proprio, nel fondo della coscienza.

— E tu non hai protestato?

— Io, amico carissimo? Ora sei tu il pazzo, non io. O come? Si dice innanzi a me che il mio Guido è avviluppato in una ventura amorosa con una bellissima dama (e la dicevano invero bellissima), che egli è contento, od è ad un pelo di esserlo; ed io, amico suo, dovrei saltar fuori a sacramentare che non è vero? che cotesto è impossibile, perchè Laurenti è brutto, spiacente, e non ha da trovare una donna che gli getti il tulipano dalla finestra? Di amici che possano farti simiglianti servigi vattene a cercare altrove, Laurenti mio, non nello studio del primo avvocato di Genova (primo per ingegno s’intende, e non per copia di mali negozi), dove io sto facendo conclusioni, senza conchiudere mai nulla per me.