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Frattanto erano giunti dinanzi ad un rustico portone, sull’arco del quale c’era una Madonna nella sua nicchia, colla scritta Salve, solve, salva, miracolo di epigrafia bisticciosa di qualche letterato secentista. Maddalena, fattasi da un lato, introdusse gentilmente i suoi ospiti per un sentieruolo sassoso, il quale s’inerpicava tra due file di macìe, coronate di ulivi e peschi fioriti, fino alla casa colonica, dov’ella abitava.

Daccanto all’uscio di quella casa, e sopra un ceppo d’albero, segato a mo’ di sedile, stava a soleggiarsi un bel vecchio, dal volto arsiccio, incorniciato da due ciocche di capegli bianchi, che gli uscivano dalla risvolta di una berretta di lana rossa, e cadevano sui larghi solini arrovesciati di una camicia bianca, il cui sparato lasciava scorgere le corde vigorose del collo e il sommo del petto villoso. Egli se ne stava là, colle spalle appoggiate al muro, e le braccia incrociate, che uscivano abbrustolite dalla rimboccatura delle maniche, a guardare le persone che salivano il sentieruolo; ma come la signora Luisa fu giunta al ripiano della casa, si levò da sedere, e cavatasi la berretta, fece un profondo inchino.

— Buon giorno a Vossignoria; — disse egli, con quella facile cordialità rusticana che par zotichezza ai pratici del nostro riguardoso galateo. — Ella ha fatto bene