Pagina:Barrili - L'olmo e l'edera, vol. 2.djvu/48


— 46 —

— Grazie! — borbottò Giovannino, udendo la voce della madre, presso la quale fu sollecito a ricoverarsi.

— È vostro figlio? — chiese la signora Argellani.

— Sissignora; e scusi se gli è un orso. Ma quando gli è in casa parla anche troppo. Che cos’è questo? che cos’è quest’altro? E giù una litania di domande e di ciarle, che m’introna la testa.

— È un bel biondino, e vi somiglia di molto.

— Oh, non lo dica, per carità; gli è tutto il suo povero padre.

— Siete vedova?

— Per mia disgrazia, sì.

— Oh, poverina! Ed è molto?

— Saran tre anni a San Giovanni Battista, e al mio piccino, che allora lo portavo ancora nel seno, ci ho voluto mettere il nome. Oh, beati Loro, che li hanno qui, i loro morti da vedere. Io, disgraziata, non posso nemmeno andare a dire un deprofundis sulla tomba del mio povero Sandro. —

E così dicendo, la contadina si asciugò due grosse lagrime col lembo del suo grembiale.

— Dove è morto? — chiese Laurenti.

— Lassù, per l’Italia, a San Martino. Oh, me lo aveva detto, quando lo richiamarono sotto le armi: «Maddalena, non ti vedrò