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renti nel profondo della sua anima, suono che svegliava tanti echi e destava tante voci confuse.
Dopo una breve pausa, Guido si mosse, e nelle zolle erbose che facevano tappeto a’ piè di un muricciuolo, colse una margheritina, che portò alla signora Argellani.
— Sarà, — disse egli — un ricordo del cimitero che porterete in città.
— E voi, — si fece ella a dire, seguendo il filo dei pensieri che internamente rivolgeva, in quella che pigliava il fiorellino dalle mani del giovine — non avete nessuna memoria qui dentro?
— Nessuna, salvo quel venerando amico che vi ho detto.
— Non una donna? — proseguì la signora Luisa. — E che cosa venivate così di sovente a far qui?
— A passeggiare. Le urne fanno bene allo spirito, anche quando non siano tutte urne di forti. Venivo qui a passeggiare, a pensare, per tutti coloro che non pensavano punto.
— Credevo che solo una morta avesse potuto tirarvi qua.....
— Una morta..... sì c’è stata una donna morta, ma non della morte materiale; però essa non dorme nel cimitero. L’ho sepolta qui.... — così dicendo, Guido accennava il cuore — e la pietra, che vi ho posta sopra, non s’ha più da smuovere. —