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vivere senza amore, che fuori dell’amore v’hanno gioie sublimi, altissimi conforti. Nè già pretendo che ognuno abbia ad intenderla così. Tutti vogliono provare, ed hanno diritto a provare. Ma io parlo per le anime inferme, che hanno provato e patito. L’amore non deve uccidere; non si ha da sacrificare a lui l’esistenza. Io lo considero come uno dei colori che compongono l’arcobaleno della vita, come un elemento che affina le anime, iniziandole al dolore ed alla pietà. Ma, passato l’amore, grandi cose rimangono ancora; rimane, verbigrazia, la carità, questa altissima tra le passioni, che ha tante forme, tante diramazioni quante sono le forme, i meati, della operosità umana. —
La signora Argellani era fortemente commossa. Il luogo, le dolorose sensazioni, il parlare tra sarcastico ed affettuoso, tra sdegnoso e malinconico, del giovine Laurenti, avevano destato un tumulto di pensieri, una vera rivoluzione nel suo spirito infermo.
Erano intanto usciti all’aria aperta, ed ella si era seduta su d’uno scaglione presso un cortiletto, dov’era la postierla del camposanto, che mette alla viottola sul dorso della montagna. Là seduta, la donna gentile stava raccolta in sè stessa, quasi ad udire il suono delle vigorose parole di Lau-