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Qualche lettore schizzinoso dirà che Laurenti poteva tenersi in corpo le sue considerazioni, dappoichè nella casa dei morti disdice la satira. Ma a cotesto si risponde: disdirà la satira nel cimitero, quando non c’entri più il panegirico, nè la bugia. In quanto a me, narratore fedele, ma anco un tantino mallevadore dei discorsi de’ miei personaggi, non reputo sconvenevoli le note sarcastiche di Laurenti, imperocchè esse hanno riscontro nella consuetudine di tutti. Una mano sul cuore, lettori miei, e rispondetemi la verità. Chi di voi, andando a visitare un cimitero, non è stato tirato a simiglianti considerazioni, se non forse più acerbe?
Laurenti, poi, ci aveva la sua ragione particolare, a dire la verità nuda e cruda. Il suo disegno era pietoso, come vedrete a suo luogo.
Egli condusse la signora Argellani dinanzi ad un nome illustre nella scienza, e là, cavata una bella rosa che aveva tenuta nascosta sotto le risvolte dell’abito, la depose modestamente sull’urna.
— Che cosa fate? — gli chiese la signora Luisa, guardandolo in volto, e vedendo una lagrima tremargli negli occhi.
— Mando un saluto ad un amico, ad un maestro. Costui, signora, fu grande e fu umile. Hanno innalzato un monumento al suo in-