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do; i consigli degli amici non valgono a rattenervi, e bisognerà lasciarvi fare a modo vostro. Andiamo dunque al camposanto, ed avvezziamo gli occhi alla nuova dimora. Anch’io, signora, sono molto stanco di vivere.
— Voi! e perchè?
Laurenti le rispose con un’altra dimanda.
— Ah, credete di aver voi sola cagioni di rammarico e tedio della vita? Non tutti i forti dolori si manifestano negli occhi, o si dipingono sulle guancie.
Così dicendo, chinò la testa sul petto, e non fece altre parole. La signora Argellani non cercò di riappiccare il discorso, e ambedue fecero la strada in silenzio, fino al termine della malinconica gita.
Come furono al camposanto, la carrozza si fermò; Guido saltò a terra ed aiutò la signora a discendere, in quella che il custode della necropoli, aperto il cancello, si faceva incontro ad essi col berretto in mano.
Magnifica dimora è il cimitero di Staglieno, e quando sarà finito, nessun’altra città d’Italia potrà vantare il somigliante per ricchezza di marmi e di disegno. Tutto quanto il genio capriccioso di un pittore potrebbe fantasticare per darci immagine di una antica città, arcate sovrapposte ad arcate, templi, colonne, monumenti sovrap-