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sito di non chiedere nulla al Giacomo e di mettersi in mare senza parlargli di lei. Ella era partita senza mandargli un saluto; buon viaggio! Ella non si curava punto punto di lui; così doveva finire! Insomma, e’ flagellò il suo cuore, lo stritolò, se mi è consentita la frase, sotto il martello della logica, e pari al fanciullo spartano a cui la volpe nascosta sotto la tonaca addentava le carni, compose il suo viso a noncurante alterezza.
Dopo essersi convenevolmente rassettato, uscì di casa per andare a salutare due o tre amici, i soli che s’avesse, e il lettore che rammenta il cominciamento di questa storia ricorderà, chi fosse uno tra essi.
— Dunque, te ne vai?
— Sì, parto stassera.
— Guido, gli è un acerbo dolore quello che ti spinge così lontano da noi.....
— Che!..... Parto perchè ho desiderio di vedere un po’ di mondo. Dolori, io? E per che cosa? Per chi? —
E tirò giù per cinque o sei minuti su questo metro; ma poi, tanto era l’affetto suo per l’amico, finì a confessare ogni cosa.
Quell’amico e gli altri più intrinseci che vide, gli tennero compagnia a pranzo. Ei non era più il Guido Laurenti de’ tempi andati, severo ma tranquillo, pensieroso ma cortese negli atti e nelle parole. Tranquillo era in apparenza, ma il viso sparuto accennava i patimenti dell’anima; per consolare gli amici che erano tristi della sua partenza, rideva a sbalzi e celiava fuor del