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templare quel mazzolino di fiori secchi che ella un giorno mi ha dato, e che hanno aria di deridermi al capezzale?.....»

A quel povero mazzolino, già i lettori lo vedono, era minacciata la sorte del veleno. Laurenti si mosse per ispiccarlo dalla parete; ma appena lo ebbe afferrato, gli caddero le forze e lo sdegno, e così, coi fiori tra mani, si lasciò andare su d’una scranna, dove rimase a contemplarli malinconicamente.

«Fu un bel giorno, o divina, quello in cui mi avete donato questi fiori salvatici, dimezzando il mazzolino che vi aveva offerto la vecchia contadina. «Siete voi, mi diceste, che mi avete condotta lassù, dov’è incominciata davvero la mia guarigione ed è giusto che ne abbiate la parte vostra.» Sì, l’ho avuta la parte mia, e con buona misura eziandio! Poveri ramoscelli di timo e di sermollino, voi soli direte come io l’ho amata, e come sarei stato felice se il vecchio suocero di Maddalena si fosse apposto al vero, quando ebbe a credere che Luisa fosse mia...... mia.....»

Il ricordo di quell’errore del contadino condusse l’addolorato giovane nella regione dei sogni. Vivere con quella donna, anco a patto di dover comandare agli impeti della passione, sarebbe stato il colmo della umana felicità. Ed egli, forte dell’amore di quella donna, la rapiva agli sguardi, alle adorazioni profane del volgo. Quelle regioni lontane dov’egli andava per disperazione, gli profferivano un asilo pe’ suoi