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toccò a mala pena, e guardandolo in viso con una cert’aria ansiosa che il Percy non poteva scorgere, seduto com’era dietro di lei, ma che bene notò il duca di Marana, gli disse:
— Ci vedremo?
— Sì; — rispose asciutto Laurenti. — Verrò di questi giorni a ricevere i suoi riveriti comandi.
E inchinatosi a lei, stretta convulsivamente la mano al duca di Marana, salutato severamente quell’altro, uscì con rapido passo dal salotto.
Il giovine addolorato non vedeva nemmanco la strada; le lagrime, non potendo uscire, per la vergogna, dagli occhi, gli offuscavano la vista. Come fu a casa, nella solitudine della sua camera, si lasciò andar bocconi sul letto, mormorando tra i singhiozzi che gli facevano gruppo alla gola:
— Oh, mio povero cuore! mio povero cuore!
XXI.
Io non ho l’animo crudele di uno sgherro o d’un giudice del Sant’Uffizio, da compiacermi a noverare i patimenti di Guido in quella brutta giornata. E v’hanno poi di cotali dolori che non si possono descrivere e che non intende neppur bene colui che li prova; dappoichè essi, per la loro inten-