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— Il signor di Marana; il signor Percy! — disse ella presentando i suoi visitatori a Laurenti; quindi, voltasi ai due nominati, presentò loro il nuovo venuto, a cui soggiunse andar debitrice della ricuperata salute.
I tre s’inchinarono leggermente, salutandosi a vicenda; ma il duca di Marana, il quale senza saperne il perchè, sentiva d’essere la testa più tranquilla della conversazione, fu il solo che si facesse a parlare.
— Signor Laurenti, — disse egli, — io sono lieto di conoscerla, e di unire i miei ringraziamenti a quelli di tutti i sinceri amici della signora Argellani. Avevo udito parlare della sua scienza e m’è accaduto, come a tanti altri in simili occasioni, di crederla un vecchio professore. L’autorità del sapere si dipinge sempre nella nostra mente coi capegli grigi; ma quind’innanzi io sosterrò ch’essa li ha biondi, o neri, e sarà tanto di guadagnato per l’onore della gioventù calunniata.
— Io la ringrazio, signor di Marana; — rispose Laurenti arrossendo. — Qui per l’appunto il gran medico, se non è stato un giovane (che non posso attribuirmi questo vanto) è certamente stato la gioventù, ed io non ho fatto che secondarla.
— La modestia del dottor Laurenti si