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sottili, che adombravano il pensiero, senza metterlo in evidenza, e facevano indovinare il nome della donna, senza che fosse mai pronunziato.

L’arrivo di nuovi visitatori interruppe la difesa di Percy, il quale non potè nemmeno sapere che impressione avesse fatto il suo discorso nell’animo di lei. E frattanto, Laurenti non si vedeva comparire.

Il giorno seguente, fu la medesima storia, con questo solo mutamento che il Percy era accompagnato dal duca di Marana. Dopo un’oretta di conversazione, piacque a Percy di invitar la signora a scendere un tratto in giardino; ma la signora Argellani non ne volle sapere, perchè era un po’ stanca; padroni essi, se ci volevano andare.

— Oh, non sarà mai! — gridò il Marana. — Un giardino senza fiori, non è un giardino.

Perchè ricusava di scendere in giardino la signora Argellani? Temeva forse di far vedere in sua compagnia il Percy a Guido Laurenti, che certamente doveva essere appiattato dietro i vasi del suo muraglione! O forse non voleva guastare il giardino, sacro ai soavi rapimenti di un nuovo affetto, oltre i quali ogni passo di piede profano sarebbe paruto un sacrilegio?

Io, per me, mi accosto più volentieri a quest’ultima sentenza.