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al bracciuolo del sofà, mentre gli occhi smarriti, stravolgendosi nelle orbite, troppo chiaramente mostravano il patimento dell’anima.

— Nulla..... Nulla..... — rispose ella, chetandolo con un cenno della mano distesa. — Il caldo mi soffoca....

— Oh, povera la mia Luisa! — gridò, strillò la Perrotti, giungendo le mani. — E che fare adesso, signor dottore?

— Aprire quella finestra, anzitutto! — rispose Laurenti; poi, volgendosi alla inferma, si fece a dirle: — Animo, signora; un po’ di calma, e il male passerà subito. Senta l’aria fresca che viene.... Io già le aveva raccomandato più volte di non stare così rinchiusa, e ier l’altro, per l’appunto, Ella ebbe a pentirsi di non avermi voluto dar retta. —

Non era vero niente; ma Guido aveva notato ogni cosa, aveva indovinato che crudel passatempo fosse venuta a pigliarsi quella pietosa amica, e non voleva che il patimento improvviso della signora Argellani potesse rimanere senza una spiegazione ragionevole innanzi a quella donna impastata di bellezza e di fiele.

Che ella fosse persuasa dalle invenzioni di Guido Laurenti non vi dirò; certo in apparenza le menò buone, e ne tolse argomento a parecchie esortazioni, affinchè