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essere venuto a vedermi? Oh, non avete bisogno di scuse; io ho inteso benissimo lo stato vostro. Sarete stato trattenuto....
— Sì; — s’affrettò egli a soggiungere, cogliendo imprudentemente il pretesto che ella gli offriva; — compiangetemi; ho avuto molti torti con voi, ma vi giuro....
— Oh, ve li ho già perdonati, i vostri torti; — proseguì la signora Argellani. — Noi donne intendiamo di molte cose, senza bisogno che ci si dicano, e impariamo ad essere generose... Ma non parliamo di ciò; ecco qui il duca di Marana che torna.
— Questa donna ha da ridiventar mia! — esclamò tra sè il Percy, e in quella che l’altro si avvicinava alla signora, si pavoneggiò da lunge in uno specchio che copriva tutta la parete di rincontro. Le grazie irresistibili del suo volto non erano punto scemate, e il nostro eroe, rifattosi animoso, pensò con lieta baldanza a que’ tempi in cui sapeva ridere e piangere così bene, e commuovere a suo talento quel cuore di donna.
Povero vanitoso! Mezz’ora dopo, egli e il duca di Marana accompagnavano la signora Argellani fino alla sua carrozza dov’ella salì in compagnia del vecchio custode che ho già fatto conoscere di profilo ai lettori.
Quella notte la marchesa Bianca se ne