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punto al Percy. Il cuore di costui pativa un’aspra battaglia, al vedere Luisa tanto cortese col giovine spagnuolo; la qual cosa lo conduceva all’amarissima considerazione che quella bellissima era stata sua, e che egli non era più nulla per lei, nè aveva più ragione a dolersi.
Luisa cionondimeno era sempre pari a sè stessa, e non faceva differenza tra lui e il Marana, od altri de’ suoi ammiratori stretti a crocchio d’intorno al sofà sul quale essa stava adagiata. A lui spesso volgeva la parola amorevole, incuorandolo a parlare, ed egli notò che ella, avendo per caso a ragionare della marchesa Bianca, ne disse un gran bene, senza che dalle sue parole trapelasse pure un’ombra di rancore. Ma così fatto è il cuore dell’uomo, che perfino quelle schiette lodi tornavano amare al Percy, il quale avrebbe amato meglio scorgervi uno zinzino di gelosia.
Alla credenza, dove il duca di Marana la condusse, fu un vero trionfo per la donna gentile. Il ballo, quando ripigliò, ebbe a rimanere un po’ fiacco, per la contumacia ostinata dei cavalieri. Sissignori, cotesto avvenne, contro tutte le buone creanze. Ognuno di que’ vagheggini pensava che la sua assenza non avesse a far sconcio, e per tal modo ne rimasero una dozzina, a far le viste di satollarsi, ma nel fatto per