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aveva abbandonata per correr dietro alla marchesa Bianca, valeva ben più di costei, se l’adoratore novello della Roccanera disertava con armi e bagagli per venire nel campo della Argellani. Ora cotesto, meglio assai che le grazie evidenti della persona di Luisa, significò a lui l’efficacia di quella rinnovata bellezza, e lo fortificò nel suo folle proposito.

— Signora — disse il Marana, inchinandosi davanti alla Luisa, — io non mi sono fatto presentare a Vostra Mercede soltanto per ossequiarla, ma eziandio per iscrivere il mio nome nel suo libriccino, se egli c’è un foglietto bianco per me. Mi concede Ella l’onore di una contraddanza, o d’altro ballo che non abbia impromesso?

— Signor duca, io debbo, con mio grande rammarico, negarle questo nonnulla, come agli altri gentili cavalieri che me ne hanno richiesta. Son fresca di malattia, e non ardisco ancora provar le mie forze.

— Mi duole — soggiunse il Marana; — ma Vostra Mercede non avrà certamente negato a nessuno la grazia di rimanerle vicino.

— Oh questo poi no. —

Il duca di Marana si sedette presso a lei, pigliando il posto che gli offriva cortesemente un amico, e cominciò allora una gaia conversazione che non dovea garbar