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treccie nere, e col loro castissimo colore azzurrognolo non offendevano la bianchezza del volto, anzi giovavano a metterne in rilievo quel po’ d’incarnato che già cominciava a mostrarsi sulle guance della bellissima donna.

Il vecchio signore che la accompagnava, era tutto pomposo, e andava in gota contegna, con quell’aria che vuol dire alla gente: ammiratemi ed invidiatemi. Ma chi non li conosce e non li pesa, questi innocenti amici di tutte le donne, piante parassite sull’albero della bellezza, talfiata draghi posti a custodia, che si contentano di guardare il pomo e non lo toccano mai? Veri servitori delle gran dame, e’ vivono vicino ad esse, ma sempre in anticamera, e se qualche volta hanno sui visitatori il vantaggio di vederle nelle ore indebite, si ha a credere che ciò avvenga perchè le dame sullodate non li hanno neppure in conto di uomini.

L’apparire di quella donna produsse una vera rivoluzione negli animi, e mentre molti ammiravano quella stupenda figura, molti altri avrebbero voluto essere invisibili agli occhi suoi. La più parte dei convitati la conoscevano, e parecchi tra essi, uomini e donne, le erano stati dimestici, ma l’avevano a poco a poco lasciata sola; v’erano anzi taluni ai quali non era nep-