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uscendo dal fitto delle magnolie, saliva costeggiando la prateria fino alla conserva delle piante esotiche a’ piedi del muraglione. Il fidato giardiniere le veniva rispettosamente da fianco, additandole questa e quella delle zolle fiorite, e ragionandovi su, da quel sapiente uomo ch’egli era, e che i lettori conoscono. Ella guardava ma con aria distratta, dove il giardiniere voleva, e probabilmente gli dava retta del pari. Come fu giunta presso l’albero di pino, parve volesse fermarsi; ma cotesto non doveva entrare per fermo nei divisamenti del Giacomo, imperocchè le accennò la conserva, ed ella si ripose in viaggio, come chi non vuole fortemente una cosa, e si lascia guidare dal consiglio altrui.

Guido la vedeva giungere, con quel suo passo misurato e leggiero, che parea non toccasse la terra. Lo strascico della veste fluente conferiva maggior verità a quella illusione degli occhi. Egli allora aperse il suo Virgilio (benedetto Virgilio!) e fe’ mostra di leggere; ma tra gli occhi suoi e il sommo della pagina correva una linea retta, che un matematico avrebbe potuto prolungare fino ai piedi della bellissima inferma.