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Qui, egli non potè fare a meno di sorridere, pensando ai suoi mezzi famosi, e alla Camellia maculata Adhemari.

Questa cavalcata fu cagione che egli giungesse a casa tardissimo, che già era trascorsa l’ora consueta del pranzo. Ma egli non era mai stato gastronomo, e quel giorno poi, lo stesso Apicio, ne’ suoi panni, non avrebbe badato alla tavola. Mangiò in fretta e quasi nulla, come tutte le persone turbate da un’improvvisa allegrezza e fu sollecito ad alzarsi.

Le disgrazie non vengono mai sole, e le venture vanno anch’esse appaiate. Quello doveva essere giorno di festa intiera, dappoichè la fortuna attendeva Guido Laurenti in giardino, dov’egli corse, appena ebbe mandato giù l’ultimo boccone.

Si assise nel suo posto prediletto; come Don Abbondio si messe le dita nel collare per poter dare una guardata a destra e a manca; ma non ebbe da compiere quella doppia voltata di testa, e rimase fermo a destra. Domineddio aveva fatto un miracolo per lui; la signora stava in giardino.

Ella era vestita come la prima volta che egli l’aveva veduta, e passeggiava per quel medesimo sentieruolo sabbioso, il quale,