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piani di Quinto gli rammentò che era già troppo lontano da Genova; e lì, appoggiar di sprone a sinistra, girar le redini e voltare il cavallo a ponente, fu un punto solo. Il baio sentì che il cavaliere si ricordava finalmente di lui, e su a galoppo verso casa.
— Bravo, Beppo, corriamo, e alla bottega da caffè di San Martino ci sarà il pezzetto di zucchero.
Parole che il generoso animale dovette intendere per fermo, imperocchè raddoppiò di zelo e di lena, e dieci minuti dopo, era dinanzi alla bottega da caffè, per pigliarsi la sua mercede e una carezza del padrone.
Alla prima svolta della discesa, la veduta della città si offerse intiera agli occhi di Laurenti; ma egli non si curò che di un punto, il quale si scorgeva spiccatamente sulla costiera dell’anfiteatro, la palazzina gialla; la palazzina gialla che pareva sorridergli da lunge, con le gelosie spalancate.
— Oh, risanerà! risanerà! — esclamò egli, spingendo lo sguardo per quelle finestre. — Con questo bel sole, con questa mitezza di cielo, le rifioriranno i bei colori sul volto. Io farò di vederla...... le parlerò ad ogni costo. I mezzi non mancano, solo che si sappia cercarli....