Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 65 — |
— Là, dietro quella selva di magnolie e di allori. La viene qualche volta a diporto, per quel sentieruolo a manca. Ieri il vostro amico è stato per due ore a contemplarla. Oggi non la è venuta affatto, ed egli ha avuto un bell’aspettarla, e darvi da bere a voi altri, e cavarvi i bruchi, signor garofano, e spidocchiarvi, signora rosa...
— Oibò! — disse la rosa, arricciando le foglie.
— Eh! io non ve le so dire le belle parole; dico acqua all’acqua, e non so come il vostro bel giardiniere battezzi quelli sconci animaletti che ci avete voi sulla persona, bella schifiltosa! Del resto sappiatelo: la dama per tutt’oggi non s’è vista, ed egli se ne strugge... ve lo so dir io, se ne strugge!
— Adesso, crepa di rabbia! — aggiunse mentalmente il geranio a guisa di perorazione, e si messe a dormire, contento come chi pensa d’aver fatto un’opera buona.
— Povero giovine! — mormorò la bella rosa di Torino, e reclinò pensierosa le sue foglioline.