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— Là, dietro quella selva di magnolie e di allori. La viene qualche volta a diporto, per quel sentieruolo a manca. Ieri il vostro amico è stato per due ore a contemplarla. Oggi non la è venuta affatto, ed egli ha avuto un bell’aspettarla, e darvi da bere a voi altri, e cavarvi i bruchi, signor garofano, e spidocchiarvi, signora rosa...

— Oibò! — disse la rosa, arricciando le foglie.

— Eh! io non ve le so dire le belle parole; dico acqua all’acqua, e non so come il vostro bel giardiniere battezzi quelli sconci animaletti che ci avete voi sulla persona, bella schifiltosa! Del resto sappiatelo: la dama per tutt’oggi non s’è vista, ed egli se ne strugge... ve lo so dir io, se ne strugge!

— Adesso, crepa di rabbia! — aggiunse mentalmente il geranio a guisa di perorazione, e si messe a dormire, contento come chi pensa d’aver fatto un’opera buona.

— Povero giovine! — mormorò la bella rosa di Torino, e reclinò pensierosa le sue foglioline.