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tentabili; hanno dieci e vorrebbero aver quindici, poi venti, e via discorrendo. Io che sto dietro questo muro.....

— Comodamente al riparo dalla tramontana! — interruppe beffardo il garofano, che aveva trovato la parola da dire.

— Io che sto dietro a questo muro — ripetè, senza dargli retta, il geranio — io non ho avuto uno sguardo del vostro Narciso, nè uno spruzzo d’acqua per cavarmi la sete. M’avesse detto: crepa! Già, io ci ho il peccato addosso di non essere sul murello, daccanto a voi altri. Il bruco che egli ha tolto da voi, messer garofano garbato, egli me lo ha gittato sopra di me senza neppure guardarsi da fianco. Ora voi non vi ringalluzzite tanto, madonna rosa! Io ci ho un occhio per foglia, e da qui, sporgendo il capo, ho potuto vedere che cos’è tutta la sua tenerezza per voi.

— E che cos’è? — si provò a dire sgomentita la rosa di Torino.

— Ah, ah! gelosa! C’è laggiù, in quel giardino, una bella signora, più bella di voi a gran pezza....

— Da che parte? — chiese pronto il garofano — da che parte, ch’io non l’ho veduta ancora?