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beato come lui, Guido Laurenti se ne stava nella sua solitudine, monaco di un ordine nuovo, senza un espresso voto di verginità, e senza desiderio di infrangerlo. I nobili cuori hanno di cosiffatte calme, come i grandi mari; e stanno allora, le vele penzoloni, aspettando le etèsie.

Ma un giorno (allorquando si racconta, e’ bisogna sempre giungerci, a questo benedetto ma e a questo benedetto giorno), egli avvenne che Guido Laurenti facesse una piccola variante nelle sue consuetudini giornaliere. Egli soleva dedicare la mattina al suo uffizio di giardiniere, e il pomeriggio alla passeggiata; ma quel giorno, dopo il desinare, per non so quale ragione, si trattenne in casa, e in cambio di andare alla sua solita gita, scese in giardino e andò a sedersi con un libro tra le mani, a quel posto dove era uso sedersi la mattina, dopo avere inaffiato i suoi fiori.

Qui cade in acconcio uno scampolo di descrizione. Il giardino di Laurenti era una lista di terreno, che correva per forse cinquanta metri lunghesso la collina, e dal lato della scesa era sostenuto da uno spesso muraglione, del quale ogni acquaio, ogni screpolatura, alloggiava un cespo di sem-