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Mentre io stava fantasticando di questa guisa, una mano posata sulla mia spalla e il suono di una voce nota, mi vennero a rompere il filo delle considerazioni. Erano la mano e la voce di Guido Laurenti.

— Sempre fermo al tuo posto di combattimento! — mi disse egli sorridendo.

— Sì, al mio posto, ma non già di combattimento, come tu dici. Io sono neutrale, come l’Inghilterra; e tu?

— Io! qui certamente più dell’Inghilterra e di te.

— Che vorresti tu dire, Laurenti? O perchè saresti più neutrale di me?

— Non guardi tu la Roccanera? — mi chiese egli. — Non è ella, per tua stessa confessione, la donna che tu guardi più volentieri da un pezzo?

— Sì, la guardo, e che perciò? È uno studio innocente il mio, e null’altro. Quella donna mi piace, come a te, naturalista famoso, un coleòptero dalle ali più vagamente screziate, o una bella conchiglia dell’epoca terziaria, e ne faccio argomento di studio. Poi, dove giungo io? Pianto forse una spilla nella tenera corazza del coleòptero, o porto la conchiglia nella mia stanzuccia? Tu lo vedi; mi contento di guar-