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di qui; però, dopo averne saggiato una volta, temporibus illis, fuggo le pene dello spirito come il diascolo l’acqua santa. Egli c’è a questo proposito un adagio, triviale se volete, ma calzante: «il cane non torna dove fu bastonato

La marchesa Bianca sembrava non saper nulla della sua tentatrice bellezza, o, se ella lo sapeva, le doveva parere la cosa più naturale del mondo; donde avveniva che non ne facesse pompa. Ma ogni suo gesto, ogni volger di ciglio, facevano scorgere quella bellezza sotto un aspetto nuovo e sempre migliore del primo. E cotesto, siccome ho detto, senz’ombra d’artifizio. Sia che la si facesse guardare di profilo o di fronte, sia che arrovesciasse il capo e mostrasse una fila di denti candidissimi e piccini, sia che pensierosa aggrondasse le lunghe ciglia sugli occhi semichiusi, ella era sempre la più bella, la più desiderata tra le donne. Arguta e colta com’era, neppure si avvedeva di dire cose leggiadre, e mostrava di accorgersi sempre di quelle che si dicevano a lei, o dintorno a lei. Segnatamente per le sue sorelle in Eva, ella era cosiffattamente buona, da parere, non che magnanima, spensierata. Figuratevi