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gamba. La cangrena era sopraggiunta e se lo aveva beccato, lasciando libera la mal maritata signora Luisa, e gli amici dello scandalo con un palmo di naso. La donna gentile stette fuori di Genova qualche tempo; poi tornò, e vivendosene sola, fuori di scena, ridusse anche le male lingue a tacere. Infatti, che cosa di nuovo rimaneva loro da dire, se tutto il peggio già l’avevano detto, quando non era anco vero?
Le rare comparse in teatro, lo andar sempre a diporto in carrozza e fuori di città, l’avevano come appartata dal mondo. Pochissime signore andavano a farle visita, tra le quali la signora Perrotti, che giurava d’esserne innamorata e di non poter vivere senza di lei. Diplomazia femminile, che potrebbe dare dieci punti dei sedici ai gran maestri dell’arte politica!
Senonchè, anche le visite da lunga pezza erano cessate. La malattia era stata un ottimo pretesto per la signora Argellani a non muoversi di casa, e in breve quelle poche visitatrici, amiche del buon tempo, e ligie al cerimoniale, avevano spulezzato. Da tre mesi non se n’era veduta una alla palazzina gialla, nemmeno la signora Aurelia, quella che non potea vivere senza vederla!