Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 155 — |
XII.
Impastata, se così può dirsi, di bellezza e di fiele, per modo che l’interno umore spandendosi sul volto gli conferiva un’aria antipatica, e per contro la bellezza delle forme faceva a molti dimenticare di chieder novelle dell’anima, la signora Perrotti Maria Aurelia al fonte battesimale, era una delle più eleganti dame di Genova, e delle più reputate eziandio.
Ella teneva conversazione il lunedì, nel suo sontuoso quartierino di via Palestro, e convenivano colà tutti coloro che cantassero e chiacchierassero di più entro la cerchia daziaria della capitale ligustica. Colà tenori, baritoni e soprani dilettanti assassinavano Verdi e Rossini; colà, vecchie che volevano parer giovani, stolidi di ogni età e d’ogni risma, Veneri pensionate, Adoni in disponibilità, assassinavano la riputazione del prossimo. Le novelle del giorno, i pettegolezzi della civil compagnia, passando pel salotto della signora Aurelia, uscivano rifatti nella forma più corretta, come la pasta bianchiccia che si mette nella