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— È vero! — disse la signora Argellani, guardando in viso, non senza curiosità, quel vecchio di ventott’anni, dai capegli biondi e dagli occhi cilestri che le parlava a quel modo.

— Ora, — proseguì Laurenti, — come il pensiero sta seduto a contemplare la propria rovina, così le sue membra si prostrano, e direi quasi che rifuggono dal moto, se il rifuggire non indicasse moto egli medesimo. Ecco perchè, più le sue forze si scemano col distrursi della sostanza vitale, più Ella ama rimanersi immobile, seduta lunghe ore su d’una scranna; ecco perchè il pensiero ha modo di foggiarsi una bara e adagiarvisi dentro ad aspettare la morte. Non è così?

L’inferma accennò dal capo, in atto di assentimento.

— Così seduta, non turbata da alcuno, perchè è padrona in casa sua, e può sorseggiarsi a sua posta quel veleno soave, Ella pensa, pensa di continuo. Il sangue, in cui vanno sempre scemando la materia colorante e le altre parti più sostanziali, s’è fatto più acquoso, a gran pezza più leggiero, e scorre dieci cotanti più rapido. Donde un facile mutarsi di pensamenti e