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il viso tra le palme, singhiozzando amaramente.
Guido stette un momento sovra pensieri; quindi, accostandosi a lei, le disse con accento soave:
— Signora, desidera che io le spieghi il suo sogno?
— Ella?
— Sì, io; non ho la scienza dei magi antichi, ma ho fede che il mio poco ingegno riesca ad interpretare il suo sogno, e meritarmi il suo favore, come la interpretazione di un altro sogno meritò a Giuseppe ebreo la grazia del Faraone. Vuol dunque udirmi?
— Ella è il mio medico, sebbene da ieri soltanto; — disse la signora Luisa — ed ha il diritto di farsi ascoltare.
— Orbene, signora, la sua triste visione dice apertamente una cosa: che Ella ama la vita.
— Io? — esclamò l’inferma, accompagnando la parola con un amaro sorriso.
— Sì, Lei. Non l’ama certamente come l’amano tanti, per le sue gioie materiali, pe’ suoi sollazzi, ma l’ama, perchè è istinto della creatura amar quello che il creatore le ha dato; perchè infin de’ conti, nella vita