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lida dell’usato, alzò gli occhi a guardar fiso Laurenti.
— Signora — proseguì egli — non le paia disdicevole la mia dimanda. Chi le parla è un medico, e quando anche non lo fosse, Ella ha voluto cortesemente salutarlo col nome di amico.
— Sì, sì, e perchè alla perfine tacerei? — disse l’inferma, dando in uno scoppio di pianto improvviso. — Stavo pensando a morire. Mi pareva d’essere già supina nella bara, ad attendere il mio ultimo momento. La campagna tutt’intorno era bella; un usignuolo cantava tra i rami di un albero dietro la mia testa: più lunge mi pareva di scorgere una strada e centinaia di allegre persone che andavano e venivano, ragionando e ridendo, senza accorgersi punto di me. Ma le son fanciullaggini, coteste.....
— No, signora; rispose Laurenti, prendendole affettuosamente la mano — La prego anzi a continuare.
— Orbene, mentre l’usignuolo cantava, ed io avrei pur voluto scorgerlo; mentre quella moltitudine allegra andava a diporto, mentre il cielo era sereno e una brezza leggiera correva per l’aria, facendo stor-