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attorno, considerarlo per tutti i versi. E più il Giacomo lo considerava, e più gli piaceva. Nel fatto, c’era una sola, ma grande, difficoltà a metterlo in pratica. Come avrebbe egli persuaso la sua signora, che non volea saperne di medici, a chiamare il vicino, giovanotto sconosciuto nell’arte d’Ippocrate, e all’apparenza più fatto per dare immagine di Marte che non di Esculapio?
Egli dunque stava cercando l’occasione, e rimuginando disegni, l’uno più strambo dell’altro; allorquando l’occasione si offerse da sè, e tanto facile, che il nostro buon Giacomo se ne spaventò, e l’avrebbe voluta più difficile, più lontana eziandio.
Ma in fin de’ conti, non l’aveva fatta lui, nè chiamata. Si dolse dell’improvviso male che aveva colto la padrona, e se ne dolse tanto più, in quanto che, sulle prime, a lui uomo ignaro di siffatte cose, era parso assai più grave di quello che invero non fosse, ed aveva creduto la padrona in articulo mortis. Ma il suo primo pensiero, appena si parlò di chiamare un medico, fu quello di metter la mano sul giovine vicino. E per verità, fu tutto amore per la signora, e amore intelligente, che gli fe’ pigliare la strada della collina, anzi che quella del piano.