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Laurenti, era quella di chiamarlo lui, come medico, a curare la sua bella padrona.
E la inspirazione, lasciando da parte l’amore di Guido che egli non conosceva, era ottima. La signora Argellani andava sempre peggiorando; i ragionamenti e i consigli del medico che aveva chiamato, non le erano sembrati buoni e non ci aveva punto badato. Anche il Giacomo, nel suo buon senso, aveva inteso che quella della signora non era una malattia da risguardarsi soltanto sotto l’aspetto fisico, ma che, derivando da cause morali, chiedeva rimedio del pari alla scienza del fisico e alla sapienza del metafisico. Intendiamoci bene; non erano queste le parole che gli venivano in mente a colorire il concetto; ma il concetto c’era, e il concetto s’incarnava nel nome di Laurenti, di quel savio e modesto giovine addottorato in medicina, che sapeva tante cose e che studiava sempre.
— Questo è un uomo che mi va a genio; — aveva detto il Giacomo — e poichè un medico s’ha a chiamare oggi o domani, tanto meglio che sia lui. Egli finalmente non si contenterà di fare una visita e di scrivere una ricetta. —
Nato il concetto, rimaneva da lavorarci