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E questo mutamento nell’animo della fanciulla si combinava con lo spesseggiar delle visite del castellano al podere di Croceferrea. Ma quali speranze nutriva in cuore la figlia di Dodone? Quali disegni aveva formati nella sua testa bizzarra? Siamo tutti così alieni dal trovare le male ragioni negli atti di una fanciulla, vissuta sempre sotto gli occhi dei parenti, nel santuario delle domestiche pareti, che a Marbaudo non balenò niente della verità dolorosa.
Egli, del resto, come ha veduto il lettore, aveva dai sermoni di chiesa qualche infarinatura di storia sacra; ma non sapeva nulla di storia profana; il caso di Fredegonda era lontano dalla sua mente; anzi, egli ignorava affatto che una Fredegonda fosse esistita, quattrocent’anni addietro, e potesse dare esempio di malvagia ambizione ad altre figliuole d’Eva, facili tutte, come l’antica madre, ad ascoltare il serpente.
Quel medesimo giorno il vecchio Dodone faceva una intemerata alla sua cara figliuola. Getruda lo lasciò dire fino a tanto non si fu