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piaciuta al possente Merovingio; e l’orafo, il presentatore di quella gemma, era stato Landerico.

Tanto aveva narrato Rainerio; tanto aveva dimostrato, con l’accortezza dell’esempio, alla bianca Getruda.

Dove poteva condurla il castellano? Del come, ella non poteva formarsi per allora una idea, il come sarebbe venuto a suo tempo. Ella intanto pensava al dove. Alla corte di Acqui? Ma poteva ciò bastare a Rainerio? Il castellano aveva le sue ambizioni, e pareva vederle assai ciliare. Possedeva il favore di Anselmo, e voleva salire più alto, molto più alto; non dunque alla corte di Anselmo. E sarebbero stati in due; uomo valoroso e donna bella: due ambizioni accompagnate. Egli col valore e con l’arte; ella con la bellezza, che quell’uomo voleva pur tanto esaltare.... Orbene, perchè no? Si sarebbe veduto; si poteva pensarci; a buon conto, si doveva accettare il suo consiglio: non impegnare il suo cuore coi servi della gleba.

Certamente, il castellano Rainerio non era