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Rainerio, infatti, era come un padrone, poichè esercitava tutti gli uffizi del padrone. Lassù il conte Anselmo non era salito mai; di rado lo avevano veduto in quelle valli, e Sempre da lontano, quando passava con grande cavalcata di amici e servitori, per dar caccia alla selvaggina di quelle boscaglie, coi falconi o coi cani da giungere.
Rainerio e Dodone ragionarono a lungo, presso un filare di viti, dove finiva il pergolato. E Getruda continuava a filare sull’uscio, guardando ora il castellano, che era un bell’uomo, come son belli dal più al meno tutti i signori per la gente del contado, ora spingendo gli occhi più in là, verso i faggi e gli abeti del Ronco di Maglio, che nascondevano a lei le terre ignote, le terre maravigliose, su cui Fredegonda aveva regnato, per il solo diritto della sua grande bellezza.