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Le sue labbra si dischiusero a parole d’insolita cortesia, per rispondere al sorriso della fanciulla.

— Che fa la bella Getruda? — chiese egli, accostandosi.

— Tu lo vedi, mio signore; io filo alla conocchia, come porta il mio povero stato.

— Non lo dire, bella Getruda. È anche delle regine e delle imperatrici il filare, per conforto alla noia delle troppo lunghe giornate.

— Ma io, ser castellano, non sono imperatrice, nè regina, e filo per la tela di casa.

— E per il corredo di sposa, non è vero? — replicò Rainerio. — Beato a cui queste bianche mani fileranno la camicia di nozze! —

Getruda chinò la fronte, arrossendo.

— Quantunque, — soggiunse egli tosto, avvicinandosi ancora, e parlando sottovoce, — io non ti auguri, o Getruda, di ritrovare un marito, che sarebbe indegno di te. La tua bellezza è troppo grande per questa turba di aldioni; essa è fatta per risplendere in più alto luogo; per comandare, dovunque ella