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che laggiù le donne abbiano sempre un tulipano lì pronto, per lasciarselo sfuggire dalle dita. Sulla Burmia, al tempo delle rocche e dei fusi (il tempo che Berta filava, ahimè!), Marbaudo poteva contentarsi di un dolce turbamento, che faceva cadere un fuso dalle mani di una bella filatrice.

Il giovanotto si era allontanato, dopo aver messo in un sospiro il resto della sua dichiarazione. E la fanciulla era rimasta immobile al suo posto, seguendo lui che partiva, con un’occhiata lunga lunga: una di quelle occhiate che il moto delle labbra non accompagna, e che perciò dicono così poco; se pure non dicono per l’appunto che non si vuole dir nulla.

Poco dopo la partenza di Marbaudo, giungeva a Croceferrea il castellano Rainerio. Era a cavallo, e sempre accompagnato da un famiglio, armato fino ai denti, e per difesa del padrone e per mostra della sua autorità. Al fianco dei conti di marca si venivano formando queste nuove nobiltà, sorte dagli ordini servili e portate in alto dal favore della