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sario d’imporre ad ogni fedel cristiano, sotto le pene più rigorose, l’obbligo di confessarsi almeno una volta all’anno.

Ma se quest’obbligo doveva essere stabilito per il sesso forte, ancor troppo imbevuto della ferocia medievale, è lecito di credere che il sesso debole usasse accostarsi più di sovente al tribunale della penitenza. “Devoto femineo sexu„; con queste parole lo celebrava la liturgia cristiana, che non aveva ragioni per dire lo stesso degli uomini. Gran mercè se gli uomini, i quali si accontentavano di assistere ai divini uffizi dall’ingresso della chiesa, non impedivano alle donne loro di chiedere consiglio nei casi gravi e conforto nelle afflizioni ai ministri dell’altare. I quali, poi, al tempo di cui narro, andavano distinti dal comune degli uomini per istudio di lettere, e per quel po’ di dottrina che vien dallo studio, in una società generalmente rozza e ignorante.

Così, accostandosi qualche volta al tribunale di penitenza, secondo il costume del suo sesso, la bella Getruda ascoltava i consigli del canonico Ansperto, e si sentiva dire due o tre