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naturalmente, ed è anche naturale che pensando ami. Pure, guardate che stranezza! Getruda non amava. Di questo che io vi affermo per scienza mia, avrebbe potuto farvi testimonianza il canonico Ansperto, della chiesa di Santa Maria di Cairo, a cui la ragazza confidava qualche volta i segreti di un’anima fiaccamente cristiana.
E non istate a credere che fosse fiacca la fede solamente in lei. Questo era il difetto del secolo, e le pratiche religiose non avevano allora la regolarità e la frequenza di tempi a noi più vicini. La confessione, per esempio, non era ufizio regolare di pietà, ma solamente si usava come rimedio per casi gravi, o si considerava una libera consultazione di circostanze solenni. Fino al secolo XIII i fedeli non ebbero dalla Chiesa altro obbligo di confessarsi, fuorchè il bisogno, variamente sentito, della propria coscienza. L’uso era assai trascurato, nei tempi di barbarie, o di mezza barbarie, che corsero dalla caduta dell’Impero romano all’apparir dei Comuni. Solo nel 1215 il quarto Concilio Lateranense reputò neces-