Pagina:Barrili - Il prato maledetto, Treves, 1896.djvu/361

INDICE.


Prologo |||
 Pag. 1
I. |||
In cui si ragiona d’uomini, tempi e costumi d’avanti il Mille |||
 22
II. |||
Di un nuovo Landerico, che andava in traccia di un’altra Fredegonda |||
 46
III. |||
Come prendessero coloro i sogni ambiziosi della bianca Getruda |||
 63
IV. |||
D’un giovanotto che voleva farsi impiccare, e d’un vecchio che voleva romper l’osso del collo alla sua figliuola |||
 80
V. |||
Come il vecchio Dodone andasse per consiglio dal canonico Ausperto; e del sollievo che n’ebbe |||
 97
VI. |||
Il castellano alle vedette liti |||
 116
VII. |||
Dove si vede quali effetti sortisse una predica sul giglio delle convalli |||
 128
VIII. |||
Il bando del conte Anselmo |||
 139
IX. |||
In cui il banditore Scarrone trova gaio il legislatore e l’innamorato Marbando trova iniqua la legge |||
 154
X. |||
I rimorsi del canonico Ansperto e le paure del castellano Rainerio |||
 172
XI. |||
Legio, legionis |||
 188
XII. |||
Dove i cinque falciatori in gara si riducono a quattro |||
 207
XIII. |||
Idilio comitale |||
 207
XIV. |||
Dove i falciatori in gara, di quattro che erano rimasti, ridiventavano cinque |||
 251
XV. |||
Della falce che cresceva, e dello strano lavoro che riusciva a fornire |||
 266
XVI. |||
In cui Legio sfodera la sua scienza, e squaderna i suoi titoli |||
 279
XVII. |||
Come alla bianca Getruda toccasse finalmente uno sposo degno di lei |||
 291
XVIII. |||
Di un tristo ballo che fece il conte Anselmo, e come al vecchio Dodone dèsse volta il cervello |||
 307
XIX. |||
Per che modo il diavolo lasciasse la casa della bianca Getruda |||
 322
XX. |||
Qui si raccontano, per finire, le vicende e i prodigi del prato maledetto |||
 338